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Con i salernitani in svantaggio di un gol, un calcio di rigore non concesso dall’arbitro Gandiolfo dopo un fallo subito da Luigi Gigante scaturì una solitaria invasione di campo, fermata con eccessiva forza da parte delle forze dell’ordine: ciò irritò ulteriormente la tifoseria campana, già provata dalla decisione arbitrale, e per tale motivo in campo vi fu poi una vera e propria guerriglia. Nonostante le difficoltà, la Salernitana chiuse comunque l’annata con un bottino di punti abbastanza alto (36, a soli 6 punti dalla prima squadra promossa), a pari merito con Modena, Pescara, Avellino e Cosenza; la classifica avulsa decretò però la salvezza delle prime tre squadre, costringendo la compagine campana a giocarsi, in coda al campionato, uno spareggio-salvezza in gara unica con il Cosenza sul campo neutro di Pescara. A inizio novembre la Salernitana si ritrovò ultima in classifica con 11 punti; tuttavia successivi 14 risultati utili consentirono inaspettatamente la salvezza. Lo spauracchio della retrocessione tuttavia rimase in agguato anche nella seguente stagione, con una società guidata inizialmente da Guariglia (che si dimise a stagione in corso), e sul finire del campionato da Leopoldo Fulgione, maglia calcio vintage assessore comunale allo sport.
Protagonisti della stagione, oltre all’allenatore Delio Rossi, ormai per tutti «il Profeta», furono il goleador Giovanni Pisano (capocannoniere del girone), il giovane libero Salvatore Fresi, i due esterni d’attacco Carlo Ricchetti e Massimiliano De Silvestro, il fantasioso Pietro Strada e il caparbio Francesco Tudisco, a segno per due volte nella sfida conclusiva della stagione. Rinnovata negli interpreti (grazie agli arrivi di Giovanni Pisano, Massimiliano De Silvestro, Francesco Tudisco, Claudio Grimaudo, Pietro Strada) e nei componenti dell’area tecnica (allenatore Giuliano Sonzogni, direttore sportivo Renzo Castagnini), nella stagione 1992-1993, la squadra riuscì a stabilire un record di imbattibilità a lungo rimasto ineguagliato, inanellando 22 risultati utili consecutivi. Ai nastri di partenza della stagione agonistica 1993-94, i granata si presentarono ancora una volta rinnovati nell’area tecnica. Infine, il successo in trasferta ad Avellino consentì di scavalcare la Casertana, la quale presentò ricorso contro presunte irregolarità nel derby dei granata in Irpinia, ma tale provvedimento non ebbe fortuna, e la Salernitana mantenne la categoria. La nuova categoria ripropose in modo continuativo il derby cittadino con la Mestrina con cui sia in Coppa Italia che in campionato il Venezia diede vita a delle contese sempre molto sentite. Vince la finale ed è campione Veneto 1944. Alle qualificazioni interzonali con la Venezia Giulia è 1º e ammesso al girone finale in cui arriva 3º nel girone finale.
L’annata fu peraltro caratterizzata da difficoltà societarie: durante la stagione, a Claudio Lamberti, vicepresidente, spettò il compito di dirigere la società, a seguito alle dimissioni (giunte all’inizio del girone di ritorno) di Giuseppe Soglia. Tuttavia, i magri risultati racimolati nel momento culminante della stagione, peraltro in sfide decisive che la vedevano opposta alle dirette concorrenti, frenarono le ambizioni della Salernitana, che concluse per la seconda volta consecutiva il torneo al 5º posto. Tra le curiosità della stagione, essa fu la prima in cui scattò l’obbligo per le squadre di prima e seconda serie di giocare su un campo con erba (e i pali delle porte ovali). Il Vestuti venne reso a norma solo il giorno prima della partita di esordio in Coppa Italia, quando dei giardinieri prelevarono delle zolle d’erba dai giardini del lungomare trasferendole sul campo di Piazza Casalbore. Gioco nella propria metà campo Una volta che il portiere si sarà spossessato del pallone, la squadra in attacco avrà 15 secondi per passare la linea di centrocampo. Per questo, lo cedette in prestito ai tedeschi del Monaco 1860, con il trasferimento che divenne poi a titolo definitivo nel marzo 2001, dietro al pagamento della cifra di 1.000.000 di sterline alla formazione scozzese.
Un altro episodio significativo è riferibile al match Lazio-Inter del 2 maggio 2010, alla terz’ultima giornata del campionato 2009-10, quando la tifoseria della squadra capitolina ha incitato per tutti i novanta minuti la compagine milanese, in piena lotta per il titolo con i cugini romanisti, spingendola così verso il mantenimento della vetta della classifica. Vince la Supercoppa Piemonte-Valle d’Aosta (1º titolo). Dopo anni di lotte per non retrocedere miste a vane speranze di promozione, la Salernitana 1965-66 diede una svolta alla storia del club, conquistando il primato in classifica ed ottenendo dunque il ritorno nella seconda serie nazionale. La squadra rimase in Serie B durante l’intero periodo di presidenza Ferro, ma a partire dal 1950 lottò esclusivamente per mantenere la categoria. Grazie a un organico pressoché invariato rispetto al precedente campionato e a degli automatismi ormai ben oliati, Delio Rossi riuscì a ottenere risultati anche in cadetteria, installandosi fin dai primi mesi nelle posizioni utili per il salto di categoria.
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